Mariuz Giuseppe

Giuseppe Mariuz
docente, scrittore e giornalista, è nato a Valvasone nel 1946 e vive a San Vito al Tagliamento. Collabora con periodici, conduce trasmissioni radiofoniche e televisive ed ha pubblicato numerosi saggi di storia contemporanea, fra cui “Leghe bianche e rosse in un’area rurale friulana” (1988), “Pantera il ribelle. Vita di Giuseppe Del Mei” (1991) “Guerra e resistenza: il conflitto mondiale e i riflessi locali” (1995) tre libri su Pier Paolo Pasolini (“La meglio gioventù di Pasolini”, 1993; “La corda rotta” con Tito Maniacco e Danilo De Marco, 1994; “Luogo assoluto dell’universo”, 1995) e due film-documentario di cui uno in coproduzione Rai, le biografie su Giuseppe Susanna ed Elio Susanna (2004), “San Vito architetture di luce” con Luca Cesco (2002). In poesia, ha curato varie antologie fra cui “I’ sielc’ peravali’ – Scelgo parole” (1991, con Aldo Colonnello e Giancarlo Pauletto), “Poesie e canti della Resistenza (2005) e “Poesie e canti del lavoro” (2006); come autore, oltre a essere presente su varie antologie con poesie in italiano e in friulano ed essere stato tradotto in tedesco, inglese e sloveno, ha pubblicato le raccolte “Scur di viarta – Buio di primavera” nel 1985, “Consert – Concerto” nel 2001 e “Volti in poesia” nel 2006. Infine “Caravansierai” edita nel 2009 dalla Biblioteca Civica di Pordenone.

1949 IL CANADA

 

A mezzadria il podere

non dà che pochi frutti

le riforme agrarie

non cacciano i padroni

che tornano a far gioco

grazie ai democristiani

i calli sulla pala

le toppe sui calzoni

la puzza della stalla

e grandine sul grano

moria delle galline

l’oidio nelle viti

i bachi intirizziti

non sfama la tua brama

un sacco di granturco

un fondo di salame

decidi di salpare

sputando alle sciagure

di là del vasto mare

terre di grandi laghi

foreste e fonderie

altro che tirar cinghia

per poche migliorie

il dollaro che vale

con la Corona impressa

ripaga morchia e fumo

e se abbonda la neve

da ottobre sino a maggio

non sentirti oppresso

dimentica le sagre

il suon delle balere

non perderti il progresso

delle stagioni future.

 

1955 LA SVIZZERA

 

Candidi i monti

linde le case

curati i giardini

e lustri i bagni

ove attendono

celati in silenzio

i teneri bambini

il rientro di chi

da officine e cantieri

torna ad amarli

sul far della sera

l’arco del giorno ignora

la derubata infanzia

l’età del gioco

sbircia uno spicchio

di nubi fuggenti

e un raggio fioco.

 

(dedicata a quei bambini, figli di lavoratori emigrati, che venivano nascosti in casa per evitare l’espulsione dell’intera famiglia)

 

 

 

 

A SANAA

 

 

Il vel nol plata

la fantata nemorada

né i vui supàs di poura

la cera dal mascàra.

 

Il svindic al à bras di pari

e odi di oràcui.

 

Al plea il sanc

l’arba dal bosc.

 

A SANAA

 

Il velo non nasconde / la ragazza innamorata / né gli occhi scavati dalla paura / la cera del mascàra.

La vendetta ha braccio di padre / e odio di oracoli.

Piega il sangue / l’erba del bosco.

 

A Sanaa Dafani, ragazza di origine marocchina uccisa dal padre a Montereale Valcellina perché conviveva con un giovane del luogo.

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