Crozzoletti Stefania

Stefania Crozzoletti 
è nata nel 1966 a Isola della Scala (Verona),
dove vive. Ha pubblicato nel 2009 con Fara Editore la raccolta
“Prima Vita” (finalista al Concorso letterario
Beppe Manfredi Opera Prima edizione 2009)
e con
Clepsydra Edizioni l’e-book “La parte assente”. Suoi testi sono contenuti nell’antologia“Poetarum Silva”, edizioni Samiszdat, 2010. 

Prima di tutto questo

E’ una nascita la mattina che ha pelle trasparente, 
lo specchio riflette bianche le ossa, il cuore 
ha fratelli forti e sorelle devote.
I satelliti curvano senza affanno.
In pace, il giovane tutto lavora e non chiede sforzo, 
invisibile moto segreto sotto la superficie del lago.

Il nero intorno agli occhi miopi è il fondo di un 
pensiero circolare 
[doveva essere prima, prima di tutto questo].

Si chiude e non parla, più tardi, l’involucro, 
al fumo sputato dalle macchine sotto casa, 
dietro le porte del treno abitato da troppe speranze 
[i sogni dei più sono pratiche inevase].

Perché fuori è sempre buio, che sia partenza o arrivo. 
Dal finestrino sporco, la vedi senza contorni e imperfetta 
la vita fuori.

C’è quel vecchio dolore che non è più lama, ma pennello 
che tinge a tradimento il giorno, setole dure che graffiano 
dove la volontà è molle.

E c’è quel bambino seduto accanto a mazzi di spine, 
urla, non smette la follia infante. 
Non lo salva l’abbraccio della madre, la preghiera. 
Lei non conosce i fantasmi, non cattura il suo male. 

Questo viaggio è un infinito urlo asciutto che non ci contiene. 

Allora dovremmo piangere tutti, un coro di lacrime, 
un diluvio che ci annienti, o che ci disseti, ci salvi finalmente 
da queste attese nel deserto, dai diavoli domestici. 

(inedito, 2011)


Bersagli 

dovremmo abitare questa città di morti
accettarne le vene trafficate, l’orribile oscillazione
le facce gonfie di cerchi irrisolti

immersi in questo catrame trovare la forza di sorridere al barista 
vedere in un angolo qualcosa che assomigli alla salvezza

[approssimarmi alla fine con confidenza
trattare i corpi con cura, brindare ai futuri radiosi]

in queste strade sporche, nel rumore che confonde
nell’odore della morte che va di fretta

in apnea, dovremmo lasciarci attraversare
diventare bersagli di attenzioni, ricettacoli di premure

senza rimandare mai a tempi migliori, aspettare 
che la roccia si sciolga nell’eden e l’orizzonte diventi 

uno stralunato scenario di pace

(inedito, 2011)

 


 

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