Musetti Gabriella

tn_musettiGabriella Musetti, nata a Genova, è vissuta in molte città italiane e all’estero. Attualmente vive a Trieste. Dal 2000 organizza “Residenze Estive” Incontri residenziali di poesia e scrittura a Trieste e nel Friuli Venezia Giulia. Dirige la Rivista “Almanacco del Ramo d’Oro, Nuova serie”, semestrale di poesia e cultura. Collabora a diverse riviste nazionali. E’ socia della Società Italiana delle Letterate. Ha recentemente fondato la casa editrice Vita Activa Editoria della Casa Internazionale delle Donne di Trieste: http://www.vitaactivaeditoria.it.

Ultime pubblicazioni: Sconfinamenti. Confini passaggi soglie nella scrittura delle donne, a cura di A. Chemello, G. Musetti, Il Ramo d’Oro, Trieste (2008); Racconti triestini. Antologia di scrittrici contemporanee, a cura di, Arbor Librorum, Trieste (2012), Guida sentimentale di Trieste, a cura di, Vita Activa, Trieste (2014), Dice Alice. Percezioni e storie di donne, a cura di, Vita Activa, Trieste (2015).

In poesia ha pubblicato: Divergenze, En Plein Officna, Milano (2002), Mie care, Campanotto Udine (2002), Obliquo resta il tempo, Lietocolle, Faloppio (2005); A chi di dovere, La Fenice, Senigallia (2007), Primo Premio Senigallia Spiaggia di Velluto; Beli Andjeo, Il Ramo d’Oro, Trieste (2009), tradotto in inglese e in serbo e presentato al Belgrade Book Fair 2010; Le sorelle, La vita felice, Milano (2013). Nel 2015 ha vinto il secondo premio Subiaco Città del libro con la raccolta inedita La manutenzione dei sentimenti.

To whom it may concern

Non serve urlare
a dire cose dure
né sbracciarsi
a ostentare rivolta
e acuta rabbia esibita
sottende spesso un gioco
un modo smisurato
come a scandire un tempo vuoto

né l’ombra propria allungata in alto
– sempre –
riempie le stelle.

A osservare con precisione
quanto uno vale
si rischia l’astinenza
la coerenza poi spiazzata
– da manuale –
e le intenzioni ardite
spumeggiano di sera:
perché
chi sputa
e rosica
sguazza
snobba
ostenta
invero poi frequenta?


Da Fazio c’è Costantino
nuovo fenomeno virtuale
e la De Filippi in collegamento
tu vuoi fare la rivoluzione
io cucino lo stufato
siamo noi fuori dal tempo
ospiti ingrati del momento
in Iraq una non-guerra sfalda
tempi e corpi
e trame consumate
e i morti dal video
osservano
le menti rassegnate.


La poesia non può – si dice –
essere troppo maestra
rendere l’immagine che mostra
la realtà
tal quale / le convergenze celate
le trame dislocate sotto
le opinioni
diffuse.

E’vero? Di quale verità
se mai
si tratta
tra le atrocità
esposte in video
ma poi così lontane
da sembrare estranee? E quale il compito
se mai ritorni il modo
di una parola scarna
da vendere per strada?


E’ facile non facile trovare le domande
quelle giuste
che instradano le risposte
indicano la percorrenza
perché anche l’assenza
è senso
sebbene differito.

Poi sulla strada siede
il tempo – senza annunci
o parole distratte o richieste di soggiorno.
Andiamo avanti
come viandanti
con una manciata di riso in mano
e molta sete.

Dove si pone la differenza
nella sostanza nell’atto nello sguardo
nel solito risvolto delle mescolanze
nel rito: né lontano né vicino…
Riguardo.
Senza tempo un’apparenza. Ma forse
non è il tempo
del discrimine
la scelta non appare
poi così sicura
le lame / le linee
i fili o anche solo i passaggi
sottili
si danno forse nelle mescolanze
e senza frammenti sparsi intorno
niente appare.

Anche tu sei diventata memoria labile
capitolo chiuso della vita.
Chiuso?
Faccio fatica ormai
a rivedere il volto gli occhi ridenti
il rapido voltarsi dei capelli. Ma dentro
una sensazione nota
senza più forma – è vero –
resta ancorata
al buio materiale.

È vero non ti vedo
recupero
frammenti di una foto
e con pazienza
ricompongo il puzzle. Eppure
– dentro – un’onda
preme dallo stomaco al torace
e sento – lo riconosco – questo evento.

Da sempre me lo porto dentro.

(tratte da: A chi di dovere, La Feni

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