Trusgnach Andreina

rid_andreina TrusgnachTrusgnach Andreina, appartenente della minoranza lingustica slovena del Friuli Venezia Giulia, è nata a Cividale del Friuli (UD) il 30.11.1961. Risiede a Cosizza di San Leonardo (UD) e svolge l’attività di Infermiera professionale presso l’Ospedale di Cividale del Friuli.
Scrive testi poetici nel dialetto sloveno delle Valli del Natisone.
Ha partecipato a diversi concorsi letterari, i suoi testi sono pubblicati su libretti, riviste ed antologie. Nel 2012 ha pubblicato il libro di poesie “Sanje morejo plut vesoko” .

 

 

 

 

 

 

 

TISTA PREKLETA GARBIDA

Kajšan prave, de mi dva smo srečni,
pa naša ljubezan
nie padla samuo goz luhta.
Smo jo zaslužil – an šele jo – vsak dan,
z velikin dielan, z velikin trudan,
z veliko mocjo, z veliko vojo za jo na zapustit.

Zak naši te star so nas lepuo navadli,
kajšne ratajo njive,
kar jih inkrat zapustiš:
tu malo cajta jih garbida pokrije
an potle, še če cješ nazaj jih obdelovat,
ti cje bit vieš dost vic diela, kuraže, voje an potu,
an vsedno na bojo nikdar rodovitne ku pried.

Pa mi dva niesmo tiel – an šele necjemo –
de garbida bo cjefala našo ljubezan
zak vemo, de nič druzega nie buj pomembnega.

Za nas
an za pustit v last.

QUEI MALEDETTI ROVI

Qualcuno dice che noi due siamo fortunati,
ma il nostro amore
non è caduto solo dall’alto.
L’abbiamo guadagnato, – e tuttora lo facciamo -, ogni giorno,
con grande lavoro, con grande fatica, con grande forza,
con grande voglia di non abbandonarlo.

Perché i nostri vecchi ci hanno ben insegnato
come si riducono i campi
appena li abbandoniamo:
in poco tempo vengono ricoperti dai rovi
e poi, anche volendo tornare a coltivarli,
ti ci vuole sai quanto lavoro, coraggio, tenacia e sudore
ma non saranno mai più produttivi come prima.

Ma noi due non abbiamo permesso – e ancora non lo vogliamo –
che i rovi soffochino il nostro amore
perché sappiamo che nulla è più importante di ciò.

Per noi
e da lasciare in eredità.

KU KAR KONČA LJUBEZAN
Obupno,
an žalostno je, pa resnično!
Ku kar konča ljubezan,
kjer mož an žena
se samuo slavo gledata,
an se na zmislejo na lepe cajte.

Takuo,
je previc lahko zabit
ka je biu zaries človek, k’ te je rodiu,
kar star an zgubjen,
ti da samuo dielo,
skarb an jezo
an kar videjo toje oči
je samuo sienca, k’ od njega je ostala.

Tenčas,
se na maraš zabit
na kar te je učiu,
na kar ti je pomau,
na kar glava an teluo so bli šele vriedni.

Sada,
ki njega pamet gre
samuo kamar more,
se zdi, de od nimar je biu takuo.

Kar na vieš kan se oglednit,
kar se čuješ žalostan an zgubjen,
tud ti,
– ki živiš, ki si mlad, ki si šele zdreu –
zmisli se, de nie biu od nimar takuo.

Naberi se sape, daj se cajt,
pobuosci ga an posmejaj se mu nomalo,
zak spomini,
samuo lepi spomini
ti morejo pomat.

Tiste, ki on jih niema vic.

COME QUANDO FINISCE L’AMORE

Desolante
e triste, tuttavia reale!
Come quando finisce l’amore
e fra uomo e donna
rimane solo astio
e non ricordi di momenti felici.

Così
è troppo facile dimenticare
cos’era realmente la persona che ti ha dato la vita,
quando vecchio e perso
ti sovrasta di lavoro
preoccupazioni e rabbia
e ciò che vedono i tuoi occhi
è solo l’ombra che ne è rimasta.

Allora
rischi di dimenticare
quanto ti ha insegnato
quanto ti ha aiutato
quando la sua testa e il suo corpo erano ancora sani.

Adesso
che la sua mente va
solamente dove può,
ti sembra sia stato così da sempre.

Quando non sai dove sbattere la testa,
quando ti senti triste e perso
pure tu,
– che vivi, che sei ancora giovane, che sei sano –
ricorda che non è stato sempre così.

Fai un respiro profondo, concediti il tempo
per accarezzarlo e sorridergli un po’
perché i ricordi,
solamente i bei ricordi
ti possono aiutare.

Quelli che lui ormai non ha più.

TATOVA URA

Buj gre cajt napri,
buj pogostu
se zmišljan
na kar san ušafala tat,
dol na hiš,
pokoncu,
opart z lahatami na veliki miz.

Muče,
je gledu budilko pred sabo.

Buog vie od kada.

San ga prašala
»Tata, ki dielate atu?«
Brez uzdignit gobca, m’je odguoriu
»Eh, Nini…gledan cajt, ki gre napri… an se na uracija!«

Takuo san se ustavla
an ist, za nomalo,
blizu njega.

Oparta z lahatami na miz
smo kupe gledala urne kazalce k’ so tekle napri.
Ku nimar,
adna buj naglo,
druga buj počaso.

Po stransk san ga na naglo pošpegala,
za se na stuort omerkat.

Oči je imeu popunoma bliščoce,
takuo san zaviedla,
de za anj nie bla na igra.

Tenčas,
slina se m’je pokladala:
nie tiela bit požgarta.

An san zastopila zaki
čelih san bila šele majhana.

(Tatova ura se je za nimar ustavla kajšno lieto potle, parvi dan 1979)

L’orologio di mio padre

Più passa il tempo,
più spesso mi ricordo
di quando trovai mio padre, in piedi,
appoggiato con i gomiti sul grande tavolo
di quella stanza (quasi vuota).

In silenzio,
osservava la sveglia davanti a sè.

Solo Dio sa da quanto.

Gli chiesi:
“Papà, cosa fate li?”

Senza alzare lo sguardo, mi rispose:
“Eh, Nini … guardo il tempo che passa … e non ritorna!”

Allora mi fermai anch’io,
per un po’,
vicino a lui.

Entrambi appoggiati con i gomiti sul tavolo
guardavamo assieme le lancette dell’ orologio
che scorrevano.

Come al solito,
una più velocemente,
l’altra più lentamente.

L’ho guardato frettolosamente,
di traverso, per non farmi scoprire.

Aveva gli occhi completamente lucidi.,
Capii così
che per lui non era un gioco.

Trattenni la saliva
per non inghiottirla.

E capii il perché,
anche se ero davvero piccola.

(L’ orologio del papà si fermò per sempre qualche anno dopo, a capodanno del 1979)

3 pensieri su “Trusgnach Andreina

  1. La similitudine dell’amore da coltivare come si fa con un campo è struggente. C’è una consonanza perfetta tra Amore e Natura. Sono nata in una verde vallata e sento quindi con molta intensità il valore di questo meraviglioso connubio. Così, con una semplicità che incanta, si testimonia e si dà, involontariamente, una ricetta su come dovrebbe essere l’Amore tra due persone. Bucolica e “mistica” insieme richiama senz’altro la grazia delle liriche di Emily Dickinson, non escludendo un tocco “realistico” alla maniera di Wislawa Szimborska. Complimenti all’autrice e, per ora, mi limito alla prima poesia, col proposito di commentare anche le altre perché molto belle.

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