Portarsi avanti con gli addii

Nota di lettura su Portarsi avanti con gli addii di Francesco Tomada

Il nuovo lavoro di Francesco Tomada conferma e rafforza la linea espressiva dell’autore, da sempre attento a una quotidianità raccolta, partecipe di affetti e sguardi capaci di leggere tra le righe, di scrutare tra il piccolo e l’infinito, nella dimensione della vita di tutti i giorni, mai vissuta come una ripetizione di ruoli ed eventi.
E’ proprio la disponibilità dell’autore a spostare lo sguardo su direttrici non convenzionali che segna la cifra espressiva della raccolta: dove possono emergere realtà piccole, invisibili per i più, soltanto abituati a una lettura consueta del vivere, legata alla fatica, alla ripetione, all’usura dei rapporti. Possono emergere in queste pagine perché qui trovano spazio, attenzione, disponibilità all’ascolto dei dati insoliti, spesso presenti sottotraccia nei rapporti umani, ma anche più spesso ignorati da molti per negligenza o frettolosità o narcisismo.
C’è una cura affettuosa della vita nei suoi minimi dettagli di carne e di respiro, di concretezza di situazioni, di dolori e rabbie che non chiudono la mente, lasciando sempre aperta una attitudine al giudizio disincantato ma non scettico, attento e partecipe come di chi conosce bene i drammi imprevisti e non prevedibili, gli accadimenti che squarciano le esistenze senza che si possa porre a essi alcun rimedio, ma anche senza farsi travolgere e naufragare. La forza del libro è in questa tranquilla disposizione a una lettura della realtà senza illusioni e senza amarezze, senza quella gravosità e pesantezza che intorbida l’animo di chi grida e confonde i piani del vivere, gravando, a volte, sui soggetti come forma di distruzione o autodistruzione.
Ci vuole una forza interiore alta, una sensibilità temeraria, un amore disposto alla ricerca delle briciole che racchiudono spazi immensi e impensati, per intraprendere questa strada.
Francesco Tomada sceglie un percorso non facile: camminare sul crinale del dicibile, sulla nominazione, mantenendo un passo cadenzato e ritmico, attento a non cadere nell’abisso dell’irrisolto o nella perdita dei segni del sentiero. Il passo di chi conosce i monti, specie quando marcano confini che mutano nel tempo, luoghi di mescolanze cui la gente comune arriva prima di ogni segnale dell’istituzione.
La vita vale il gioco dell’impegno personale, la fatica della ricerca continua di spiragli nelle relazioni umane, negli affetti, nei luoghi attraversati, di comprensioni anche fugaci e minime di quello che passa tra due persone. Anche la memoria è un insieme di immagini che riportano frammenti di passato. Basta un attimo di concentrazione per cogliere un significato che era sfuggito, che mette a posto un tassello mancante, anche se è pura utopia credere di comprendere il senso del nostro stare al mondo.

Gabriella Musetti

Dal medico, in sala d’attesa

La ragazza sordomuta chiaccherava con sua madre
si può dire “chiaccherare” per chi si esprime a gesti?
aveva nelle mani la grazia delle adolescenti
mentre i movimenti diventavano parole

io cercavo di intuire il senso o almeno
se c’era un tono di rabbia o quiete o domanda
come nelle nostre voci

i suoi lineamenti non sembravano di qui
“veniamo da Belgrado”
mi ha raccontato dopo la donna

e parlate una lingua più che straniera
per questo non capisco
è la sola lingua in cui nessuno
nessuno può gridare

°

Otto polaroid da Campoformido

II
Eravamo questo:
le partite di calcio nel pomeriggio
borc di sore contro borc di sot
nel campetto dietro l’Osteria del Trattato

io giocavo in porta
ero proprio bravo a tuffarmi ma soltanto verso destra
sarei potuto diventare davvero un buon giocatore
però a metà, senza simmetria

non ho rimpianti, questo no
l’unico segno rimasto
è che sorrido senza un motivo apparente
se capita che in mano mi resti
un calzino spaiato

°

Le parole che non so
(ad un’amica)

Mi ripeti spesso che parlo troppo poco
è che a volte quello che vorrei dire ti ferirebbe
o forse le parole che cerco non sono nemmeno state inventate

o forse tutte e due le cose assieme

ad esempio
quale è il passato di “noi”?

°

Il pollice verde

Da due settimane non riesci più ad alzarti dal letto
non bagni i tuoi vasi
ma è maggio, fa caldo ed è piovuto
e il giardino è comunque fiorito

soltanto l’azalea della lotta ai tumori
soltanto quella sta morendo sul terrazzo

e poi qualcuno dice
le piante non sono come i cani
non sentono che cosa succede
al loro padrone

°

Una forma di gelosia

Ti sei addormentata ancora nuda
adesso il tuo torace si muove lentamente
lo sento appoggiandoti le mani sulla pelle
penso al fiato veloce di prima
che era tuo e nostro insieme
mentalmente faccio la differenza
per capire quanta parte del tuo respiro
sia dedicata a me

da: Portarsi avnti con gli addii, Raffaelli Editore, Rimini 2014.

Questa nota di lettura è già apparsa sul Golden Blog. Ringrazio la redazione.

Lascia un commento