Rok Alboje

Rok Alboje vive a Tolmino, in Slovenia. È poeta, pittore ed attore. Attraverso l’energia, l’ispirazione e la creazione artistica si propone come persona spontanea, che con intuizione domina il mondo attorno a sé. Ama la libertà, per la quale è pronto a dare tutto, anche ciò che non ha.

Žamet v glasu se dela

Najlepše šele prihaja
z žametnim glasom
olistene mladosti
sladke mane na jeziku,
ki s poljubom
zleze pod kožo
za glas ljubezni
in divji ples nirvane.

Nella voce si forma il velluto

Il bello sta per arrivare
con una voce vellutata.
Velluto di giovinezze
sulla lingua la dolce manna
che con un bacio scende
sotto la pelle
per la voce dell’amore
e l’irruente ballo del nirvana.

(traduzione: Lola Črv)

Spet glasba

Spet glasba milih not solzica,
Nam čutna spoznanja odstira.
O, ta svetost dušnega speva,
to razkošje Adama in Eve
v pomladanskem nasmehu
čez zelene travnike veje.
Prav tiho še v spanju.

La musica non è svanita…

Ancora musica, lacrima delle soavi note
ci svela i sentimenti profondi del cuore.
O, quest’incantevole melodia dell’anima,
sontuosità di Adamo ed Eva!
Se ne va immersa in un sorriso di primavera,
leggera come un soffio, oltre il verde dei prati!
E silenziosamente pure nel sonno
decanta l’immenso amore.

(traduzione: Marta Fili)

Čar tisoč in ene parole

Stopam iz sence in slepote babilonske…
ma, lepo je stopiti čez opasano pomlad
od cvetečih besed vnete krivopetke,
ki pravkar spočenja novo pesem.
In glej, že je tu hrepenenje
po svetlobi neizrekljivega,
da bi stopila po glasbeni lestvici
navzgor: naproti mavrični ptici.
Tam žari lovijo pokončno držo,
na robu obzlate Kosmačevih besed,
ko nimaš več kaj dodati ali odvzeti,
se zasliši Njega glas: Zažgati,
vse zažgati, tudi Feniksa zažgati,
da prerodi čar tisoč in ene parole.

La magia di mille e una parola

Esco dall’ombra e dalla cecità babelica.
Com’è bello attraversare la primavera, cinta
dalle fiorite e roventi parole di una giovane
krivopeta*, mentre compone una nuova poesia.
Ed ecco, qua c’è già ardente aspirazione
di luce dell’ineffabile
affinché s’inoltri per la scala musicale
verso l’iridato uccello;
lassù i raggi cercano di catturare il contegno dignitoso
ai margini della doratura delle parole di Kosmač**,
alle quali non c’è più nulla da aggiungere né da levare.
Si sente la sua voce: bruciare,
bruciare tutto, anche la fenice araba
che fa rinascere in magia mille e una parola.

* Le Krivopete (sostantivo sloveno che al singolare significa piede storto), dette nelle varianti locali anche Krivapete, Kriapete, Krujupete, Krujopete, secondo la definizione
della scrittrice udineseAldina De Stefano nel bellissimo libro-ricerca Le Krivapete delle Valli del Natisone, editrice Kappa Vu, Udine, 2003: sono “dee, donne sacre, donne selvatiche, donne d’erbe, maghe, streghe, benandanti, eretiche.”

** Ciril Kosmač (1910 Slap ob Idrijci – 1980 Ljubljana), narratore sloveno e uomo di cultura molto noto e stimato da tutti, in particolare dai suoi connazionali del litorale sloveno.

(traduzione: Jolka Milič)

Intarzija

Intarzija naših podob,
sedanja breztežnost;
nad črno luknjo – nič.
Na tleh preveč je križ,
da ga zatajiš;

naj gre mimo glas
in teža znamenj
vseh not, da izpolnijo
spevnost Eliji –
na lestvici intarzije križa.

Intarsio

L’intarsio delle nostre immagini,
la presente assenza di gravità;
sull’incavo nero – nulla.
Per terra la croce è troppo
perché tu possa celarla;

che vada la voce
ed il peso dei segni
di tutte le note, che adempino
la cantabilità a Elia –
sulla scala dell’intarsio della croce.

Sluga več

Skrivnostna moč
Danteja,Tolstoja
so besede kot
ljubezni sluge;

zakaj ta živost
petsto letna
je med njima
vse bolj večna.

Un servo in più

La forza impenetrabile
di Dante, Tolstoj
sono le parole come
l’amore del servo;

perché questa vitalità
di cinquecento anni
è tra loro
sempre più eterna.

Glorija

Kjer glorija je eno
s tišino plimovanja;
tja, prvinski val, le
tja za vsako ceno.

Gloria

Dove la gloria è una sola
con il silenzio delle maree;
là, l’onda primigenia, là
ad ogni costo s’immola.

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