Leggo poesia all’ora del tramonto a Topolò.
Mi sono arrampicato quassù senza fretta
con il mare e gli orizzonti dell’Isola.
Ho rovesciato il tempo in quello spazio aperto
che ritrovò chi si è perso.
Ho lasciato che la mia anima sbrigasse
i controlli lungo i confini di questa terra con all’ingresso l’infinito.
Stiamo insieme, donne, uomini, bambini, e nuovi volti che
verranno sospesi nel silenzio dei boschi,
lontani dai sentieri delle sfingi in fuga.
In questa stazione non c’è addio né ultima parola,
oggi riparto, e lungo la strada mi riviene
incontro il vapore dei sogni che risale a Topolò.
Luigi Natale
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